La latenza

La latenza è quel fenomeno di ritardo temporale che si avverte tra il segnale audio entrante e quello in uscita (su una cuffia o un paio di monitor) suonando uno strumento che viene registrato in un sequencer tramite una scheda audio.  Nel processo di campionamento del suono i campioni acquisiti dal convertitore AD vengono trasferiti ad una traccia audio del sequencer attraverso un bus gestito dal driver del convertitore stesso. Questo trasferimento avviene tramite un buffer la cui dimensione può essere scelta dall’utente ed è espressa in numero di salmple. Tipicamente le opzioni possibili sono: 32, 64, 128, 256, 512, 1024, 2048 ma ci sono driver che riescono a gestire anche buffer con valori intermedi e da 4096 e più campioni. Queste impostazioni dipendono dai vari driver e vengono gestite direttamente nel pannello di controllo del driver stesso. Nell’immagine seguente è mostrato il pannello di controllo del driver CoreAudio.

Ecco i valori possibili per la dimensione del buffer di questo driver (quello con il segno di spunta è il valore attualmente scelto).

Il buffer necessita di un tempo per il suo riempimento che dipende dalla sample rate ovvero dalla frequenza di campionamento utilizzata. Se si utilizza la 44,1 kHz ogni campione ha un tempo pari a 1/44100 di secondo e pertanto 384 campioni hanno un tempo pari a 384/44100 ovvero 8,7 millisecondi e pertanto il segnale entrerà nel sequencer con 8,7 ms di ritardo rispetto a quando è stato suonato. Ma non è tutto perchè anche il processo inverso ha lo stesso effetto quindi la conversione DA richiede altri 8,7 ms e pertanto complessivamente il ritardo sarebbe pari a 17,4 ms. Ma questo calcolo è solo teorico perchè ci sono poi altri ms di ritardi vari che dipendono da come è progettato il driver stesso. Infatti possiamo leggere nell’immagine seguente che il valore ottenuto per il CoreAudio è decisamente maggiore (da 17,4 ms a 43,3 ms).

Quando occorre scegliere quale scheda audio acquistare è molto importante che i suoi driver siano stabili, ottimizzati e sempre aggiornabili. Personalmente ritengo i driver delle schede RME tra i migliori del mondo.

In sostanza, quando si registra del materiale audio di cui occorre fornire un monitoring in cuffia è opportuno abbassare il valore del buffer per diminuire la latenza. E’ bene dire che il nostro sistema uditivo non riesce a distinguere due suoni uguali distinti se tra loro c’è una distanza inferiore ai 10 ms e pertanto è inutile impostare i valori di latenza (entrata + uscita) al disotto di questo limite. Diminuire il valore della latenza vuol dire aumentare il numero dei buffer nell’unità di tempo e questo comporterà un utilizzo più dispendioso della CPU quindi è bene ottimizzare i sistemi operativi per far si che impieghino meno risorse possibili per risparmiare RAM e soprattutto risorse della CPU.

Nella fase di montaggio, di processing e di missaggio (virtuale, ovvero effettuato all’interno dello stesso sequencer) del materiale registrato è opportuno rialzare il buffer anche fino al valore massimo consentito in quanto farà risparmiare molte risorse della CPU che potranno essere sfruttate per l’utilizzo di plug-in e di processing in tempo reale. In monitoring non avremo l’effetto di questa latenza in uscita in quanto tutti (o quasi) i sequencer hanno una funzione di compensazione automatica della latenza di uscita.

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Informazioni su silviorelandini

sound designer, docente di tecnologie musicali (Conservatorio S. Cecilia, Saint Louis College of Music), direttore iitm
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