MIDIFILE o MUSICXML?

E’ molto frequente il caso in cui durante lo sviluppo di una produzione musicale il compositore/arrangiatore/orchestratore utilizzi contemporaneamente software notazionale e di sequencing per avere la massima funzionalità ottimizzata con i tempi di produzione che sono sempre più corti. Benchè tutti i sequencer di produzione abbiano un editor notazionale e tutti i software notazionali abbiano un sequencer interno si preferisce sempre svolgere le funzioni di sequencing nel primo e quelle di notazione nel secondo in quanto l’editing sfrutta tutte le funzioni e potenzialità della piattaforma dedicata.

Come possono dialogare il sequencer e il software notazionale? in due modi:

  • in tempo reale tramite il protocollo ReWire (se previsto da entrambi i software)
  • oppure attraverso lo scambio di file.

Lavorare in tempo reale comporta solamente una sincronizzazione tra il sequencer e il software notazionale e pertanto la condivisione della metrica e del metronomo senza poter passare materiale musicale da una parte all’altra se non l’audio di uscita del software notazionale attraverso una traccia audio dedicata nel sequencer che si appoggia sui canali ReWire. Lo scambio dei file invece è vantaggioso quando a seguito della scrittura di una partitura in un software notazionale occorre procedere con una programmazione MIDI nel sequencer al fine di ottenere un missaggio di preproduzione (mockup) sfruttando librerie di suoni virtuali varie o viceversa, dopo aver programmato un brano MIDI si vuole procedere con la realizzazione delle partiture. Nel caso del ReWire occorre avviare entrambi i software e pertanto vengono consumate molte risorse sia di CPU che di RAM mentre nel caso del passaggio di file si può lavorare prima in un software, esportare e poi importare nell’altro software.

Il materiale da scambiare può essere salvato o in formato midifile o in formato MusicXml comportando delle differenze molto importanti e pertanto a seconda della modalità operativa con cui si intende procedere per realizzare la produzione si preferisce utilizzare un formato piuttosto che l’altro.

Facciamo un esempio pratico.

Consideriamo il caso in cui dopo aver sviluppato una parte notazionale sul software Sibelius vogliamo programmarla in Cubase.

Per semplicità mostriamo una parte di violini 1 costituita da poche misure come mostrata in figura con diverse tecniche esecutive (arco, staccato, pizzicato) ed alcune tecniche di dinamica.

fig 01

Inoltre sulla stessa parte sono state effettuate alcune operazioni di sequencing MIDI:

  • le prime tre note sono state anticipate di 15 ticks MIDI (si veda l’articolo dedicato ai ticks)

fig 02

  • sulle note della prima e seconda misura sono state modificate le velocity

fig 03

Nell’esportare il file MIDI è opportuno impostare la risoluzione in tick del sequencer di destinazione (480 se si lavora con Cubase) in modo tale che tutte le modifiche sulle note effettuate (anticipazioni, ritardi, cambio di lunghezza) possano essere ripropozionate nella risoluzione del software di destinazione.

fig 04

Quando si esporta in MusicXML occorre fare attenzione al formato di scelta (compresso o non compresso) perchè potrebbe essere non compatibile con il software di destinazione (per Cubase, formato on compresso).

fig 05

Quando importiamo il midifile in Cubase, contenente la parte di violino scritta, vengono create due tracce MIDI.

fig 06

Nella clip MIDI presente sulla traccia chiamata MIDI, analizzandola con il List editor, sono contenute alcune informazioni.

fig 07

Nella Clip MIDI chiamata Violino 1 sono presenti messaggi di nota e di Control Change (principalmente di Modulation Wheel).

fig 08

I messaggi di Modulation Wheel vengono rimossi in quanto assolutamente inutili e, a seconda delle librerie utilizzate, anche dannosi in quanto potrebbero modificare altre tipologie di parametri controllati appunto dal CC1. Per farlo basta selezionarne uno e nel sottomenu Show della infoline del List Editor basta scegliere Event Types and Data 1 che consente di visualizzare solamente gli eventi Controller di tipo CC1.

fig 09

Si selezionano e poi si cancellano.

fig 10

Analizzando la clip MIDI nello Score Editor possiamo osservare come sia differente dall’originale (gli ottavi staccati sono visti come sedicesimi), mancano i segni di dinamica e le tecniche di agogica.

fig 11

Però, aprendo il Key Editor, possiamo osservare che i valori di velocity e gli spostamenti in ticks effettuati in Sibelius sono stati mantenuti (essendo informazioni MIDI).

fig 12

Avendo specificato nell’export del midifile che la risoluzione in tick del sequencer era diversa (480 per una semiminima invece dei 256 in Sibelius) i 15 ticks di anticipo sono stati ricalcolati in 28 così da mantenere la proporzione corretta.

Pertanto tramite il midifile mantengo tutte le modifiche di programmazione MIDI effettuata in Sibelius ma perdo informazioni di tipo testuale o grafico.

Se invece importiamo il file MusicXML si viene a creare una sola traccia MIDI.

fig 13

Aprendo la clip con lo Score Editor si può osservare come sia assolutamente fedele alla parte scritta in Sibelius.

fig 14

Se la apriamo con il List Editor possiamo osservare che oltre alle note sono presenti degli elementi di testo e grafica e un program change che può essere facilmente eliminato.

fig 15

Se l’apriamo con il Key Editor possiamo osservare che la programmazione MIDI extra effettuata in Sibelius (modifica dei valori di velocity e anticipo di 15 ticks di alcune note) non è stata mantenuta.

fig 16

Possiamo però sfruttare il vantaggio di avere gli elementi di testo che esprimono l’agogica (pizz., arco). Se infatti utilizzassimo una libreria di orchestrazione virtuale quale ad esempio la Vienna SE (tanto per citarne una) potremmo creare un’Expression Map definendo le articolazioni per lo staccato, il pizzicato e l’arco in modo da attivarle automaticamente. Per prima cosa si carica il Vienna Instrument con il preset Solo Strings  e lo si assegna alla traccia MIDI.

fig 17

Poi si crea un’Expression Map con le 4 articolazioni che ci occorrono (Det per le prime note, Stacc per gli staccati, Pizz per i pizzicati e Arco).

fig 18

Si attiva l’expression map creata.

fig 19

Attivando la Controller Line delle Articulations nel Key Editor si può vedere come automaticamente le articolazioni seguono i messaggi di testo presenti nel List Editor.

fig 20

In conclusione, se si scrive una parte in Sibelius da programmare poi MIDI in Cubase, conviene scrivere prima tutta la partitura con i segni e i simboli, esportarla come MusicXML e poi effettuare tutta la programmazione MIDI (velocity, controller, anticipi e ritardi) in Cubase sfruttando, se possibile, anche le Expression Map per avere una corrispondenza tra agogica e preset di articolazione.

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Informazioni su silviorelandini

sound designer, docente di tecnologie musicali (Conservatorio S. Cecilia, Saint Louis College of Music), direttore iitm
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