Estensione delle voci del soprano, contralto, tenore, basso.
Posizioni melodiche: si hanno le diverse posizioni melodiche quando una piuttosto che l’altra delle note componenti l’accordo si trova nella parte estrema superiore (la più acuta).
La successione di due o più accordi determina un movimento di suoni che può essere considerato secondo due aspetti diversi: quello melodico e quello armonico. Ognuno dei suoni che forma l’accordo costituisce una parte sia che tale suono venga eseguito da una voce che da uno strumento.
Moto melodico: è il passaggio da un suono all’altro nella stessa parte; i suoni si susseguono ritmicamente in ordine di tempo e sono vincolati tra loro da un nesso logico e strutturale.
Moto armonico: è l’insieme di due o più moti melodici. Può essere di tre specie:
- moto retto: quando due o più parti procedono nella stessa direzione ovvero salgono o scendono insieme compiendo o non gli stessi salti.
- moto obbliquo: quando una o più parti sono ferme mentre una o più parti si muovono.
- moto contrario: quando due parti procedono in direzione opposta ovvero una sale e l’altra scende o viceversa.
Successione armonica: un accordo succede ad un altro secondo determinate regole.
Il rapporto dell’accordo con la scala, dato dalla posizione dello stesso accordo all’interno della tonalità, è indicato dal grado della scala che costituisce la fondamentale che identifica la funzione dell’accordo.
Se due triadi hanno una o più note in comune queste saranno ripetute dalle stesse voci mentre le altre andranno sulle note rimanenti dell’accordo compiendo il minore spostamento possibile (movimento per grado congiunto). L’unica eccezione è la successione II V nella quale non si ripete la nota comune.
Se due triadi non hanno note in comune le tre voci superiori si muovono nella direzione opposta a quella del basso sempre compiendo il minimo spostamento possibile (grado congiunto). Esiste un’eccezione: nella successione V VI la sensibile sale alla tonica mentre le altre voci scendono alla posizione più vicina all’accordo. Nella triade di VI si raddoppia la terza invece della fondamentale.
Se la fondamentale si ripete è meglio cambiare almeno due delle voci superiori per ottenere maggiore varietà.
Il passaggio da parti late a parti strette è un buon metodo per ottenere una nuova nota per il soprano indipendentemente dal fatto che la fondamentale resti la stessa nota oppure cambi.
L’uso occasionale di una triade senza quinta, generalmente costituita da tre fondamentali e una terza, può servire a migliorare la linea del soprano. L’omissione della terza è sconsigliabile perchè ne deriva un effetto sonoro della quinta vuota piuttosto povero.
Un altro mezzo che permette di ottenere una maggiore scelta di note per il soprano è il raddoppio della terza o della quinta invece della fondamentale. Generalmente si preferisce un accordo costituito da fondamentale, quinta e due terze a uno formato da due fondamentali e due terze. Quando la sensibile è la terza del V si deve evitare di raddoppiarla mentre può essere raddoppiata quando è la quinta del III.
Sull’ultima battuta dell’ultimo esempio la successione armonica dei gradi degli accordi è: III VI
si, grazie per la segnalazione
ora correggo
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