Appunti di teoria ed armonia musicale – parte 10

Il modo minore

Ciò che distingue la musica nel modo minore è che la triade di tonica è sempre minore mentre la forma delle altre triadi è piuttosto variabile. Se la triade di dominante compare prima del primo grado (minore) essa è quasi sempre maggiore con la sensibile che sale alla tonica mentre in altre condizioni può essere minore senza l’atteso movimento ascendente della sensibile. Le relazioni tra i gradi della scala sono riassunte nelle tre forme tradizionali della scala minore:

– SCALA MINORE MELODICA: nella parte ascendente il VI e il VII grado sono innalzati di un semitono mentre in quella discendente no.

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– SCALA MINORE ARMONICA: presenta il VII grado (sensibile) innalzato di un semitono. La distanza tra il VI e il VII grado costituisce una seconda eccedente.

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– SCALA MINORE NATURALE: corrisponde all’armatura di chiave ed è formata dalle stesse note della scala relativa maggiore anche se corrispondono a gradi differenti.

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La scala minore armonica viene chiamata tale perchè buona parte dell’armonia usata nel modo minore è costituita da triadi basate su tale scala mentre il resto deriva dalle forme minori melodiche.

Tonalità e modalità

La tonalità è l’organizzazione dei rapporti tra le altezze attorno ad una tonica.

La modalità rappresenta la scelta specifica delle note in relazione ad una tonica determinata ed è quindi da porre in relazione con i diversi tipi di scale.

Le scale maggiori e minori sono i modi specifici più familiari ma oltre ad essi si possono formare molte altre scale modali. Vediamo quelle costruite ad esempio sul Do:

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Ogni grado della scala ha la propria parte nello schema della tonalità, la propria funzione tonale. Una volta stabilita ed affermata, la tonalità diventa la base di tutta l’armonia contenuta nel brano. La funzione della tonica è così forte che può essere svolta pienamente anche da una triade incompiuta o dalla sola fondamentale come alla fine di un brano in cui il centro tonale sia già stato ripetutamente confermato. La dominante e la sottodominante sembrano dare l’impressione di un sostegno bilanciato alla tonica assieme alla quale vengono chiamate gradi forti o tonali in quanto sono il fondamento della tonalità. La mediante e la sottodominante vengono chiamate gradi modali o deboli e il loro effetto si esercita molto più sul modo che sulla tonalità poichè in genere cambiano tra maggiore e minore. Spesso la sopratonica ha la funzione di dominante della dominante (doppia dominante) ed armonicamente tende ad essere assorbita dall’accordo di sottodominante. La sensibile, a causa della propria importanza di indicatore della tonica, di solito non esercita la funzione di nota fondamentale ma viene assorbita dall’accordo di dominante e pertanto la successione sensibile-tonica può essere descritta melodicamente come VII-I ma armonicamente come V-I.

La struttura tonale della musica consiste soprattutto di armonie basate sui gradi forti mentre i gradi modali (III, VI) vengono usati principalmente per ottenere la varietà.

L’elemento armonico più forte nella musica tonale è la funzione di dominante. L’uso dell’armonia di dominante davanti alla tonica non si limita affatto a definire la tonalità. Tale successione può ricorrere ovunque e la si trova soprattutto alla fine di una frase dove prende il nome di cadenza autentica o perfetta. La successione alternata per lunghi periodi di tonica e di dominante, senza armonie, è piuttosto frequente in tutto il periodo classico e in quello romantico soprattutto nelle forme della danza.

(Approfondimento sulla cadenza)

Un singolo accordo isolato può essere interpretato in molte tonalità: quest’ambiguità si attenua notevolmente quando due accordi vengono sentiti in successione armonica.

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Se la successione armonica deve stabilire con certezza la tonalità può essere necessario l’utilizzo di un terzo accordo. Questi nuclei tonali elementari, gruppi di 2 o 3 accordi con significato tonale distinto potrebbero essere definiti parole musicali.

A partire dal XV secolo si diffuse la convenzione di terminare un brano con una triade maggiore anche quando la composizione era stata tutta minore. La terza maggiore di questa triade viene definita terza di piccarda.

I toni di DO magg. e di LA min. vengono chiamati maggiore e minore relativi perchè hanno la stessa armatura di chiave e usano la stessa serie di note. La distinzione tra due tonalità è data dalla tonica; tuttavia ciò che definisce la tonalità non è solamente la scala utilizzata ma anche come viene usata la triade di tonica ovvero dove compare, come viene associata alla dominante, con quale tipo di preparazione e con quale spicco.

Prove che ci consentono di determinare se una certa frse o gruppi di frasi sono in DO magg. o in LA min.:

  • esame dell’accordo iniziale e di quello finale,
  • confronto tra la frequenza con cui compaiono la triade maggiore di Do e quella minore di LA
  • presenza del Sol# (sensibile di LA minore)

parte 11

parte 1

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Informazioni su silviorelandini

sound designer, docente di tecnologie musicali (Conservatorio S. Cecilia, Saint Louis College of Music), direttore iitm
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2 risposte a Appunti di teoria ed armonia musicale – parte 10

  1. Pingback: Appunti di teoria ed armonia musicale – parte 9 | tecnologiamusicale

  2. Giuseppe Isidoro ha detto:

    EOLIO: la scala è costruita come se …. sul III grado minore …
    La mediante e la sopradominante vengono chiamate gradi modali o deboli…

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