Fare musica con il computer Atari

Non è facile far capire ai giovani performer di oggi che si dilettano o cercano di utilizzare la tecnologia musicale professionalmente che la tanta abbondanza di virtual instrument, plug-in, editor, librerie sonore, software notazionali, sequencer, tutte inserite in un portatile è figlia di un periodo che ha compiuto 30 anni e che avuto massimo splendore con il computer Atari e per la precisione nel modello ST.

atari-stffonte: Atarimusic

Erano i primi anni ’80 ed era soprattutto l’epoca del protocollo MIDI che aveva rivoluzionato tutto il mondo della musica pop, rock, jazz-rock, elettronico. Grazie alla fantastica intuizione di Dave Smith, geniale progettista della Sequential Circuit (società americana che sviluppava il famoso sintetizzatore Prophet), era finalmente possibile realizzare network di strumenti musicali elettronici e processori di effetti che potevano essere comodamente controllati da un’unica persona. Era una vera e propria rivoluzione. I primi ad usufruirne furono i tastieristi e in generale coloro che suonavano i sintetizzatori ma presto uscirono interfacce per chitarre, strumenti a fiato ed inoltre negli studi di registrazione si iniziò a controllare anche i parametri dei processori digitali di effetti che erano dotati di interfaccia MIDI. Era chiaro che il passaggio successivo in quei primi anni ’80 doveva essere un sistema computazionale in grado di memorizzare ed editare le numerosissime informazioni MIDI che venivano generate per una performance, una produzione, un progetto di sonorizzazione e per la programmazione delle varie macchine.

La Commodore offriva per il C64 (il computer più venduto di sempre) una serie di interfacce MIDI (famosa quella sviluppata dalla CLAB, che poi si chiamerà Emagic) e dei software di sequencing MIDI tra i quali Trackstar (Steinberg) e poi PRO16 (Steinberg).

midi-interfaceinterfaccia MIDI C-LAB. Fonte: Gadget Week Germany

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Steinberg PRO16 per C64. Fonte: Gadget Week Germany

Nel 1985 venne commercializzato un computer innovativo l’ATARI ST (prima il 520 e poi il 1040). Era stato presentato a gennaio e poi commercializzato a giugno. Era un computer che aveva già le porte MIDI e pertanto era destinato a diventare il punto di riferimento per tutti i musicisti che iniziavano a familiarizzare con la tecnologia digitale e il sequencing software.

Ricordo che nel 1986 (a 17 anni) comprai il mio Atari STF e il sequencer MIDI Creator della C-LAB per un prezzo complessivo di 1.500.000 delle vecchie lire.

atari_1040stfm_with_c-lab_creatoratari_1040_stfm_midi_portsfonte: The register

Creator era un sequencer innovativo per l’epoca ed aveva una versione più evoluta, chiamata Notator, che offriva anche un sofisticato editor notazionale.

notat3notat5fonte: Tim’s Atari MIDI World

Dal Creator si svilupperà poi Logic, sequencer che tuttora è sviluppato dalla Apple che lo ha acquisito dalla vecchia Emagic (in questo LINK è possibile leggere la storia che ha portato Creator e Notator a divenire Logic).

Il computer ATARI aveva 1 MB di memoria e un lettore floppy per caricare i software e memorizzare i file. Era piuttosto semplice da portare in giro avendo anche un monitor piuttosto contenuto.

Le applicazioni musicali presto divennero molto numerose e diversificate a seconda del ruolo che svolgevano. I sequencer erano i software più ambiti: oltre a Creator/Notator gli altri più famosi furono Performer della Motu (che girava su Macintosh), Cubase della Steinberg.

performerPerformer (Motu). Fonte: Cassiel

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Proprio Cubase presto diventerà l’applicazione più diffusa in quanto era quella con l’interfaccia utente migliore ed offriva delle funzioni MIDI molto innovative.

I sintetizzatori digitali dell’epoca avevano molti parametri di controllo sul suono (filtri, inviluppi, modulatori, oscillatori) che erano scomodi da modificare nei piccoli monitor led ma poichè potevano essere gestiti a distanza tramite i messaggi MIDI di sistema esclusivo (SysEx) nacquero i cosiddetti Synthwork, software attraverso i quali si programmavano tutte le funzioni relativamente ai suoni delle varie macchine.

beamteam_midi_editor_for_atari_bigUn Synthwork per la programmazione dei sintetizzatori Yamaha

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Steinerg Synthworks per Yamaha

Muovendo graficamente i punti sul software venivano inviati messaggi di sistema esclusivo al sintetizzatore e pertanto era possibile ascoltare in tempo reale le modifiche. Con l’utilizzo dei campionatori Akai, Roland, Yamaha gli utenti potevano avere a disposizione per la prima volta suoni che emulavano gli strumenti acustici. Anche in questo settore il software Avalon di Steinberg consentiva un editing dei campioni difficilmente realizzabile negli esigui monitor delle macchine.

images-1avalon3imagesSteinberg Avalon

Erano presenti anche software musicali piuttosto stravaganti come il MIDI DRAW che traduceva i disegni fatti con una matita in messaggi MIDI.

MIDIDRAWMIDI DRAW

Erano anni meravigliosi, la tecnologia consentiva per la prima volta di portare in casa un piccolo studio di registrazione ma nulla a che vedere con le possibilità di oggi. Non c’erano i virtual instrument, i plug-in, non si poteva registrare l’audio tramite una scheda ma se si era fortunati si aveva a disposizione un registratore a nastro a 2 o a 4 piste. Occorreva un investimento di 10-20 milioni di lire per avere un centesimo di quello che oggi si trova comodamente dentro un portatile ma la tecnologia di allora forse era più vicina alla musica e all’esigenze di un musicista. Oggi c’è tanta forse troppa tecnologia, talmente tanta che spesso non si sa cosa farsene. Esistono tanti collezionisti e non molti professionisti, è l’epoca dei preset che vengono sempre più utilizzati a prescindere dalle caratteristiche sonore. Forse bisognerebbe tornare allo spirito dell’epoca, sarà forse questo il motivo perchè sempre più spesso faccio lavorare gli allievi su vecchie tecnologie, non tanto per farli impazzire dietro i numeri, le manopole, le lentezze delle macchine, quanto piuttosto per fargli annusare almeno per una volta l’odore del suono.

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Informazioni su silviorelandini

sound designer, docente di tecnologie musicali (Conservatorio S. Cecilia, Saint Louis College of Music), direttore iitm
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4 risposte a Fare musica con il computer Atari

  1. carlo ha detto:

    Bell’ articolo.. complimenti.

  2. Simon7 ha detto:

    Bellissimo articolo, complimenti . Io sto pensando di prendermi un atari ste con cubase e farlo lavorare con le drum machine per registrare sul mio tascam. Magari navagarci anche, ho visto su yt che è possibile. Sicuramente ora si hanno mille possibilità in più, ma non si hanno canzoni mille volte più belle o memorabili di allora.

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