Non capita raramente di lavorare ad una produzione dove la musica programmata virtualmente utilizzando librerie di emulazione orchestrale viene successivamente registrata in sala utilizzando un’orchestra vera. Questo procedimento richiede un lavoro di grande precisione da parte dei tecnici che seguono tutte le fasi. Purtroppo i tempi molto corti di produzione spesso non danno il tempo di poter monitorare il lavoro che via via si snoda lungo le varie tappe e si possono realizzare una serie di piccoli, grandi errori. Approfittando di un lavoro realizzato in questi giorni per un musical italiano ho ritenuto utile scrivere un articolo illustrando il processo che comporta la registrazione di musiche orchestrali partendo da un progetto virtuale.
Il compositore inizialmente, con o senza l’aiuto di un orchestratore virtuale o un music editor, realizza una programmazione virtuale delle proprie musiche proponendo quindi il mockup (mix di preproduzione) che effettivamente deve dare un’idea di come suonerà il tutto. Come sappiamo, esistono moltissime librerie di emulazione di suoni orchestrali così come sono numerosi i sequencer che possono elaborare le informazioni MIDI al tal fine. A mio avviso, per esperienza sul campo, attualmente il sequencer Cubase di Steinberg offre le migliori funzioni per la programmazione virtuale di un’orchestrazione.
Diversi compositori oggi scrivono direttamente sul sequencer anziché lavorare prima su un software notazionale per inviare poi le informazioni al sequencer. Alcuni di loro poi non utilizzano una scrittura quantizzata delle note in quanto sfruttano le potenzialità espressive delle librerie che hanno inviluppi nell’esecuzione timbrica che determinano tempi di attacco e di rilascio differenti a seconda delle varie tecniche (articolazioni) che si utilizzano. E’ proprio questa la situazione peggiore che può presentarsi se da questa programmazione MIDI virtuale occorre realizzare le partiture necessarie per la registrazione acustica.
Per la realizzazione di questo lavoro sono stati utilizzati Cubase e Sibelius.
Le fasi di lavorazione sono le seguenti:
1) si riceve il progetto e contestualmente occorre chiedere anche un mockup audio in modo tale da poter ascoltare le intenzioni del compositore in quanto sarebbe comodo lavorare solamente con il progetto MIDI senza appesantirlo con l’utilizzo di virtual instrument.
2) come si apre il progetto la prima cosa che occorre verificare è l’ordine con cui compaiono le tracce nel progetto.
Occorre tener presente che l’ordine con cui le tracce appaiono dall’alto verso il basso deve rispettare quello con cui gli strumenti orchestrali appariranno in partitura e pertanto bisogna spostare le tracce tenendo conto che l’ordine corretto prevede che le sezioni orchestrali siano divise nel seguente modo:
- legni
- ottoni
- percussioni
- strumenti a tastiera
- archi
All’interno poi di ogni sezione gli strumenti che ne fanno parte sono elencati in un ordine preciso. Ad esempio, per la famiglia dei legni abbiamo il seguente ordine se vengono utilizzati gli strumenti più comuni:
- piccolo
- flauto
- oboe
- clarinetto
- fagotto
Può inoltre capitare il malaugurato caso che il compositore possa aver utilizzato più tracce MIDI per uno stesso strumento, soprattutto se utilizza librerie virtuali dove ha diviso le varie articolazioni su differenti canali MIDI (tipicamente utilizzando Kontakt come lettore o anche il Play della Eastwest).
Normalmente, anche se si dividono le varie articolazioni su canali MIDI differenti sarebbe sempre meglio utilizzare un’unica traccia MIDI avendo modo di dividere le note per i vari canali come mostrato nell’immagine seguente.
Come potete vedere le note hanno colori diversi. Il colore è associato al canale MIDI. Trattasi di una parte di violini 1. Il colore rosso è relativo al canale 1 che è assegnato all’articolazione legato, il colore marrone al canale 2 e all’articolazione staccato il colore giallo al canale 4 e all’articolazione tremolo mentre il colore blu al canale 3 e all’articolazione sustain.
Quando sono presenti più tracce per un unico strumento occorre portare tutti gli elementi su un’unica traccia utilizzando le funzioni seleziona, taglia, incolla. Vediamo come fare considerando ad esempio l’immagine seguente relativa a due tracce per le viole.
Per prima cosa si allarga la parte viole portandola all’inizio del brano.
Poi si entra nella parte viole trem e si selezionano tutti gli eventi (utilizzando le scorciatoie da tastiera [Ctrl]+[A] (pc), [Cmd]+[A] (apple)).
Utilizzando la scorciatoia [L] si porta il cursore progetto all’inizio della selezione per memorizzare il punto dove poi si dovrà incollare nella parte viole. Si tagliano le note ([Ctrl]+[X] (pc), [Cmd]+[X] (apple)). Si entra nella parte principale delle viole e si incollano le note nella posizione del cursore progetto ([Ctrl]+[V] (pc), [Cmd]+[V] (apple).
Bisogna prendere nota su un foglio delle varie articolazioni utilizzate nelle varie parti di ogni strumento.
Una volta copiate le note la parte vuota rimasta può essere rimossa così come la traccia che la contiene. Alla fine di queste operazioni avremo il progetto con le tracce uniche per ogni strumento ed ordinate secondo l’elenco con cui gli strumenti appariranno nella partitura orchestrale.
3) poichè occorrerà fornire una traccia tempo (metrica e metronomo) per la sessione di registrazione, verificate con il compositore questi dati soprattutto se nel progetto sono presenti cambi di velocità del metronomo e di metrica (ad es. da 4/4 a 3/4). Poichè nel 90% dei casi le sessioni di registrazione si effettueranno su un Pro Tools, le informazioni di tempo possono essere esportate attraverso il formato MIDIFILE (con un procedimento che abbiamo già illustrato nel seguente articolo). Prima di esportare il MIDIFILE conviene duplicare il progetto in modo tale da rimuovere tutte le tracce strumentali e creare la traccia tempo la traccia signature e un’unica traccia MIDI con una parte vuota lunga quanto il brano musicale in modo tale che nell’importazione in Pro Tools non si aggiungeranno inutilmente le tracce MIDI degli strumenti.
A questo punto potete esportare il MIDIFILE che conterrà quindi solamente le informazioni di tempo e di traccia. Tale file verrà poi spedito (insieme a quelli di ogni brano da registrare) via email allo studio di registrazione.
4) se gli eventi MIDI di nota sono stati scritti senza tener conto della loro posizione musicale precisa occorre effettuare il lavoro di quantizzazione delle parti. Il motivo per cui le note MIDI non sono scritte in griglia è dovuto alla programmazione MIDI stessa relativamente alle articolazioni utilizzate nelle varie librerie sonore.
Come possiamo osservare nella figura gli eventi MIDI non iniziano sulle posizioni di griglia musicale e neppure terminano su esse (risultando quindi note di valori musicali più corti o eccedenti rispetto a quelli che dovrebbero avere in partitura) e pertanto occorre effettuare due tipi di quantizzazioni altrimenti in partitura potrebbero comparire come mostrato nella figura successiva risultando quindi incomprensibili per un’esecutore.
La prima quantizzazione riguarda la posizione iniziale delle note per cui stando attenti alla risoluzione della griglia le note saranno via via selezionate e quantizzate utilizzando la funzione Over Quantize (scorciatoia [Q]) che in maniera rigida porterà le note selezionate sulle posizioni di griglia più vicine ad esse.
Questo primo processo elimina una serie di errori ma a causa delle lunghezze non precise delle note non è del tutto sufficiente perchè gli eventi di nota non hanno la lunghezza corretta e pertanto potrebbero esserci in partitura errori come mostrato ad esempio nell’immagine successiva (la nota con il doppio punto di valore).
Occorre pertanto quantizzare anche le code delle note. Per fortuna esiste la funzione Fixed Lenghts che si trova nel menu MIDI grazie alla quale gli eventi MIDI selezionati vengono corretti al valore musicale definito nella barra degli strumenti dell’Editor MIDI.
Applicando la funzione (alla quale si può associare una scorciatoia di tastiera) gli eventi MIDI risultano tutti del valore musicale corretto per la partitura.
5) una volta quantizzate opportunamente tutte le parti presenti nelle varie tracce si selezionano e si aprono nell’editor notazionale.
Utilizzando i tool opportuni si inserisce su ogni traccia la tonalità iniziale e la chiave di ogni strumento, dopodichè si esporta il tutto (verso un software notazionale) utilizzando il formato MusicXML selezionandolo dal menu File/Export. E’ necessario che i dati MIDI siano visualizzati nell’editor notazionale. Il motivo per cui si preferisce utilizzare questo formato anzichè il classico MIDIFILE è stato oggetto del seguente articolo.
Nella seconda parte vedremo le fasi di realizzazione della partitura.
Molto interessante… non vedo l’ora di leggermi la seconda parte e darò un’occhiata anche agli
altri articoli!!
grazie
Pingback: Dal progetto virtuale alla registrazione con orchestra (seconda parte) | tecnologiamusicale
Salve, esiste in Logic la stessa possibilità di quantizzare la posizione di inizio e fine della nota per la precisione di scrittura?
Il buon amico e collega Riccardo Ballerini dice che la quantizzazione della nota on in griglia funziona in maniera analoga utilizzando la scorciatoia Q dopo aver selezionato gli eventi. Per la nota off, si definisce prima il valore della nota, si selezionano gli eventi e poi Function/MIDI transform/Fixed Note Lenght
Gentilissimi Silvio e Riccardo, ho fatto una prova con Logic e sembra funzioni bene. Grazie per il cortese suggerimento!
Roberto