LA MODULAZIONE
La modulazione consiste in un cambio di tonalità compresi i mezzi armonici impiegati per realizzare tale cambiamento. Consiste nel conferire funzioni di tonica ad un suono diverso da quello al quale tali funzioni erano precedentemente affidate modificando, di conseguenza, anche la funzione degli altri suoni.
La modulazione può essere:
- ai toni vicini: relativo dominante e suo relativo, sottodominante e suo relativo oppure sono le tonalità i cui accordi tonali si possono costruire sui gradi e con i suoni della tonalità di partenza tranne il settimo per la tonalità maggiore e il secondo per quella minore;
- ai toni lontani: tonalità con due o più alterazioni di differenza.
I più comuni procedimenti modulativi sono:
- modulazione mediante accordo in comune )(
- modulazione mediante nota in comune ][
- modulazione mediante trasformazione }{
Tutte le composizioni di una certa lunghezza comportano l’uso di note estranee alla scala diatonica di base e almeno un cambiamento di tonalità che comporta l’adozione di un nuovo centro tonale a cui tutte le altre note fanno riferimento. Il procedimento che porta al passaggio da un centro tonale ad un altro centro tonale si chiama modulazione la quale rappresenta la condizione dinamica della tonalità. Il termine implica che in un brano vi sia una tonalità iniziale ed un’altra tonalità in cui il brano prosegue e comporta un passaggio dall’una all’altra. Occorre scegliere un accordo che faciliti il passaggio da una tonalità all’altra essendo presente in entrambi i toni ovvero un accordo comune ad entrambe le tonalità. Tale accordo è chiamato perno. L’accordo perno migliore è quello che ha una funzione molto semplice in entrambe le tonalità. Successivamente occorre confermare la nuova tonalità tramite una cadenza che conclude la frase.
Quando una modulazione dalla tonalità principale non è seguita da un ritorno a tale tonalità ma da una nuova modulazione ad un terzo tono siamo in presenza di una catena di modulazione. I diversi momenti tonali nelle catene di modulazione possono avere lunghezze diverse; se sono sufficientemente lunghi l’aspetto delle nuove tonalità può essere abbastanza stabile mentre se sono brevi le nuove toniche risultano affermate solamente in modo temporaneo. Quando le modulazioni avvengono in successione e sono prive di forti conferme cadenziali vengono talvolta definite modulazioni transitorie.
Circolo delle quinte: ogni tonalità ha per vicine quelle che di trovano subito a sinistra o a destra. Ad esempio Do maggiore ha per tonalità vicine Fa maggiore e Sol maggiore.
Esempio 1
Esempio 2
Salve, grazie per gli appunti. Dove è possibile ottenere anche quelli per modulazioni a toni lontani, per note in comune e per trasformazione?
Salve, devo ancora preparare quegli articoli, a breve riprenderò a scriverli. Grazie intanto per leggere qui sul blog
grazie a lei della condivisione. Spero di ricevere notizie quano lo avrà completato. L’ho trovato ben fatto.