Dopo aver visto nel precedente articolo i passi mossi nei primi cinquant’anni del secolo scorso nella definizione di una tecnologia in grado di memorizzare e riprodurre sequenze di informazioni musicali gettando di fatto la base per la creazione dei primi sequencer moderni, negli anni’50 Herbert Belar e Harry Olson, due tecnici ingegneri della RCA (Radio Corporation of America, attiva dal 1919 al 1986), con il prezioso supporto del compositore Vladimir Ussachevsky e dell’ingegnere elettrico Peter Mauzey e il finanziamento della Rockefeller Foundation, progettano e realizzano il sintetizzatore RCA Mark II considerato il primo di tipo programmabile. Venne istallato nel 1957 presso la Columbia University.
Il sintetizzatore RCA Mark II. Da sinistra: Milton Babbit, Peter Mauzey, Vladimir Ussachevsky. Fonte: LINK
Il sintetizzatore combinava diverse tipologie di generazione sonora con un sequencer che memorizzava le informazioni su un foglio di carta similmente a quanto abbiamo visto nel primo articolo a proposito dei player piano ma utilizzando una specie di macchina da scrivere.
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Questa macchina così innovativa attirò ovviamente l’attenzione dei compositori più importanti dell’epoca che frequentarono i laboratori della Columbia University per realizzare le loro composizioni usufruendo della nuova tecnologia.
Milton Babbit
John Cage
Ecco un video che mostra la storia di questo sintetizzatore:
Quasi parallelamente, siamo nel 1959, in Germania viene realizzato il Siemens Studio for Electronic Music (1959-1969) all’interno del quale viene realizzato il Siemens Synthesizer. Venne sviluppato da Helmut Klein e W.Schaaf presso il Siemens Halske di Monaco.
Anche questo sistema utilizzava dei nastri di carta per la memorizzazione delle seguenti informazioni sonore: il timbro, l’inviluppo, l’altezza e il volume, prodotte da un banco di 20 oscillatori più un white noise generator, una Hohnerola (una specie di strumento elettronico ibrido amplificato di tipo reed). Lo strumento possedeva quattro sistemi a rullo per la scrittura delle informazioni sui nastri di carta.
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Diagramma che mostra la codifica punch-tape utilizzata nel Seimens Studio
Lo strumento possedeva anche una prima forma di vocoder.
Lo studio divenne punto di riferimento europeo per i compositori più importanti e per la realizzazione di suoni per le immagini.
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