Lezioni di Sibelius 7 – 27 (utilizzare virtual instruments, parte 3)

Come gestire nel Playback un cambio di articolazione utilizzando un virtual instrument diverso dal Sibelius Player che consente di caricare contemporaneamente più suoni relativi a diverse articolazioni

Abbiamo visto che con il Sibelius 7 è stata notevolmente ampliata la libreria interna di suoni disponibili e che offre praticamente tutti i suoni e le articolazioni relativi ai righi musicali presenti in partitura. Quando nella partitura si presenta un cambio di articolazione Sibelius carica il suono necessario grazie alla semplice gestione dei Sound ID unita al riconoscimento di parole sensibili definite nel Dizionario presente nel gruppo Interpretazione del nastro Riproduci.

352 cap 10

Cliccando su di esso, nella finestra che compare possiamo osservare un lungo elenco di parole che, una volta inserite nella partitura, hanno effetto sui suoni assegnati ai vari righi musicali.

353 cap 10

Ad esempio, inserendo in partitura il testo pizz. (in riferimento ad una tecnica praticata su uno strumento ad arco) si produce nel suo punto di collocamento un cambio di suono ID che cercherà nella libreria sonora utilizzata la presenza di un’articolazione (patch) di suoni con tecnica pizzicato. La forza della libreria di suoni fornita con Sibelius è proprio la sua organizzazione sulla base dei Sound ID e pertanto il cambio delle articolazioni è semplicissima. Consideriamo ora il seguente esempio musicale.

354 cap 10

Utilizzando dei testi e dei simboli musicali, automaticamente Sibelius sceglie le articolazioni che saranno utilizzate dalla libreria interna dei suoni: nella misura 1 i punti di articolazione presenti sulle quattro semiminime caricheranno l’articolazione staccato, le legature di portamento nelle misure 2 e 6 saranno interpretate con l’articolazione legato mentre le parole pizz., arco determineranno l’inizio e la fine dei suoni con l’articolazione pizzicato. Purtroppo la libreria interna non è di altissima qualità e se l’utenza necessita di suoni più realistici occorre utilizzare virtual instrument differenti. Ad esempio il Vienna Instrument Pro è uno strumento (che si compra a parte) fantastico in quanto consente di caricare più articolazioni contemporaneamente che poi vengono suonati (sempre uno alla volta) attraverso diversi sistemi (keyswitch, control change, ecc.). Una volta assegnato il rigo musicale Violino I al Vienna Instrument PRO (secondo quanto abbiamo visto in precedenza) il lettore si presenta vuoto per cui occorre scegliere i suoni.

355 cap 10

Ci sono tre modi per caricare i suoni: attraverso un preset, una matrice, una selezione di patch.

356 cap 10

La differenza è sostanziale: scegliendo un preset si caricheranno i suoni di un’intera sezione (archi, leggi, ecc.) ma poichè si potrà suonare solamente un’articolazione per volta il risultato sarà un enorme ed inutile spreco di memoria RAM dato che nel nostro caso ci occorrono solamente alcune articolazioni del Violino. Caricando una matrix invece si sceglierà di avere la disponibilità di tutte le articolazioni di un unico strumento (violini I oppure viole) disponibile nella libreria in utilizzo. La scelta migliore consiste invece nel caricare una o più patch in modo tale da risparmiare al massimo la memoria RAM dato che caricheremo solamente le articolazioni che ci occorreranno. Poichè per la stesura di questo paragrafo ho utilizzato la libreria Special Edition  della Vienna Symphinic Library occorre cliccare su Special Edition patches per far comparire un elenco che mostra tutti i preset disponibili.

357 cap 10

Per comodità scelgo come preset la Chamber Strings per avere dei suoni di violini in formazione cameristica. L’elenco si espande ulteriormente mostrando le varie articolazioni disponibili per la sezione.

358 cap 10

Selezionando una possibile patch da utilizzare (nella figura ho scelto lo staccato) è possibile leggere in basso alcune informazioni utili tra le quali il consumo di RAM previsto.

359 cap 10

Al centro della finestra del lettore Vienna è presente un’area che mostra una matrice bidimensionale le cui caselle sono indicate da una lettera (indica la riga) seguita da un numero (indica la colonna). Ogni casella può ospitare un’articolazione definita da una patch. Di default la matrice è costituita da una sola casella indicata con A1.

360 cap 10

Poichè ci occorrono tre articolazioni possiamo aggiungere altre due caselle alla matrice cliccando sull’angolo destro basso della matrice e trascinando con il mouse. Al termine dell’operazione è stata realizzata una matrice 3×1.

361 cap 10

Creato lo spazio occorre inserire le articolazioni che ci occorrono nelle caselle della matrice. Questa operazione avviene attraverso la selezione della patch nell’elenco e il trascinamento con il mouse all’interno di una casella. Quando con il louse si passa sopra la casella questa si colora di celeste ed è presente anche un’etichetta di testo (associata alla posizione del mouse) che indica la patch che si sta per assegnare alla casella.

362 cap 10

Per assegnare l’articolazione alla casella basta rilasciare il mouse.

363 cap 10

La casella ora riporta il nome abbreviato dell’articolazione. Completo l’assegnazione inserendo anche le altre due articolazioni occorrenti.

364 cap 10

Se ora mandassimo in playback l’esempio musicale potremo sentire tutte le note suonate con l’articolazione selezionata (il pizzicato). Per controllare l’utilizzo delle articolazioni e decidere quindi chi suona cosa il Vienna Instrument PRO mette a disposizione una Matrix Control.

365 cap 10

E’ quindi possibile scegliere una sorgente di controllo per spostarsi tra le celle di una riga (la A nel nostro caso) attraverso l’asse X ed una per muoversi lungo le celle di una colonna (non è il nostro caso) attraverso l’asse Y. Le sorgenti di controllo sono dei parametri MIDI (Control Change, KeySwitch, Pitch Wheel, Speed, Velocity, Interval Map, Sequence Map). Nel nostro caso utilizziamo il Control Change 50.

366 cap 10

Nel momento che è stato assegnato il CC l’asse X viene diviso in tre intervalli di pari valore ognuno dei quali consente la selezione di un’articolazione.

367 cap 10

Per conoscere quali sono gli intervalli assegnati alle varie articolazioni è sufficiente cliccare su una barra di divisione per far apparire tali valori.

368 cap 10

E così, scegliendo un valore del CC50 compreso tra 0 e 42 potremo selezionare l’articolazione in A1 (lo staccato), tra 43 e 84 l’articolazione in A2 (il legato) e infine tra 85 e 127 l’articolazione in A3 (il pizzicato).

369a cap 10

369b cap 10

369c cap 10

Definita la modalità di selezione delle articolazioni occorre aggiungere in partitura dei messaggi MIDI relativi al CC50. A tal fine possiamo utilizzare un testo e precisamente il testo normale che può anche essere scelto dal menu contestuale che si apre cliccando con il pulsante destro in una zona vuota della partitura.

370 cap 10

Una volta cliccato con il mouse nel punto di inserimento scrivete il seguente testo.

371 cap 10

Il simbolo della tilde (~) indica che il testo che segue è un messaggio MIDI pertanto CC50 indicherà che è nello specifico un messaggio di Control Change n° 50 mentre il numero che segue la virgola è il valore del messaggio. Per inserire il simbolo della tilde seguite le seguenti istruzioni.

372 cap 10

Questo tipo di testo sarà nascosto (in quanto messaggio MIDI) quindi una volta inserito, per poterlo spostare nella posizione che riterrete corretta occorre abilitare alla vista gli oggetti nascosti. Per farlo verificate se nel gruppo invisibili del nastro Vista avete attivata l’opzione Oggetti Nascosti.

373 cap 10

Pertanto se l’opzione è attiva gli oggetti nascosti (e quindi il testo relativo al messaggio MIDI) appaiono in grigio nel punto dove sono stati inseriti.

374 cap 10

Selezionandoli possiamo collocarli precisamente grazie alla linea di collegamento che appare.

375a cap 10

375b cap 10

375c cap 10

Una volta inseriti non ci resta che ascoltare il tutto per verificare la correttezza delle nostre azioni.

E’ ovvio che è un metodo un pò complesso e che la libreria interna di Sibelius semplifica molto la questione. Personalmente consiglio sempre i miei allievi di utilizzare poi un sequencer più strutturato (come ad esempio Cubase) se si vuole un ascolto più simil acustico della partitura.

Pubblicità

Informazioni su silviorelandini

sound designer, docente di tecnologie musicali (Conservatorio S. Cecilia, Saint Louis College of Music), direttore iitm
Questa voce è stata pubblicata in Notazione computazionale, Orchestrazione Virtuale, Software e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...