Lezioni di Cubase – 62 (routing audio 6)

Altre operazioni di gestione nel mixer

Nelle versioni precedenti di Cubase il mixer aveva un’impostazione chiamata Narrow/Wide che consentiva di ridurre la larghezza del canale per fare spazio alla visualizzazione di più canali. Nel nuovo mixer questa funzione non è più presente ma possiamo utilizzare le scorciatoie [G] e [H] per diminuire o aumentare la larghezza dei canali.

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In alternativa si possono utilizzare i seguenti pulsanti collocati nella barra degli strumenti del mixer.

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Kontakt: gli script (parte 18)

Utilizzare un editor esterno per la scrittura degli script e collegarlo all’editor interno di Kontakt

Per facilitare la scrittura degli script si possono utilizzare degli editor esterni che poi possono essere collegati in maniera automatica con l’editor interno di Kontakt. Uno dei migliori è quello di Nils Liberg che può essere scaricato al seguente LINK. Una volta scaricato ed aperto offre un’ampia finestra.

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Una volta che inseriamo le linee di codice in questo editor possiamo fare in modo che vengano aggiunte in automatico direttamente nello script editor in Kontakt. Vediamo un esempio pratico che svilupperemo in questa lezione ed anche nella prossima.

Creiamo uno strumento in Kontakt dedicato ad uno String Ensemble di cui ho realizzato il seguente wallpaper (per scaricare l’immagine effettuate un clic destro su di essa e salvatela sul vostro desktop).

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Approfitteremo di queste due lezioni per vedere anche come inserire degli switch per selezionare una delle 4 articolazioni elencate a sinistra.

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Lezioni di Sibelius 7 – 26 (utilizzare virtual instruments, parte 2)

Utilizzo dei plug-in ad emulazione dei processori di effetto

E’ possibile aggiungere, oltre alle librerie e ai lettori virtuali, anche plug-in da utilizzare come processori di effetti tramite inserimento sui bus del mixer virtuale oppure in modalità send per gli strumenti virtuali. Ci sono pertanto due tipi di bus:

  1. Effetti Insert Master, per applicare gli effetti al segnale audio complessivo. In totale sono quattro;
  2. Effects send bus, per poter indirizzare uno o più canali degli strumenti virtuali su particolari effetti posizionati sui canali FX1, FX2, FX3, FX4. Ci sono quindi quattro bus ognuno dei quali può caricare due effetti in serie. Questi bus sono post fader.

La configurazione dei bus si effettua nella finestra Dispositivi di Playback che abbiamo visto nel paragrafo precedente. Una volta aperta la finestra occorre selezionare la sezione Effetti che mostra le due tipologie di bus con gli slot per caricare i plug-in.

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Lezioni di Sibelius 7 – 25 (utilizzare virtual instruments, parte 1)

Il riconoscimento dei virtual instrument e delle librerie sonore istallate

C’è una leggera differenza tra la versione pc e quella mac. In fondo al paragrafo vedremo le differenze. Una volta che avete installato Virtual Instrument e librerie virtuali realizzate da altre società aprite Sibelius e potete utilizzarle cliccando sul piccolo pulsantino Dispositivi Playback del gruppo Configurazione nel nastro Riproduci.

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Si apre la seguente finestra.

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Lezioni di Cubase – 61 (routing audio 5)

I rack nella MixConsole

Sopra la sezione del mixer che mostra i fader sono collocati i rack.

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I rack sono molto importanti nel mixer in quanto contengono sezioni e funzioni che normalmente si trovano nelle strisce dei canali di un mixer: le assegnazioni, gli insert, l’equalizzatore, le mandate (send) ecc. Per vedere la sezione dei rack è importante che sia attivo il pulsante Show Channels Racks presente nella barra degli strumenti del mixer e posizionato a sinistra del pulsante racks.

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Kontakt: impariamo a creare patch e librerie sonore (nona parte)

In questo articolo riprendiamo il concetto relativo alla mappatura dei campioni in maniera automatica e pertanto vediamo quanto è importante nominare correttamente i campioni costituenti un gruppo. Abbiamo visto nel terzo articolo come utilizzare l’Auto map per importare tutti i campioni in un gruppo in una volta sola. Nominare i file costituenti i campioni è un elemento importantissimo in quanto consente di abbattere (e di tanto…) il tempo di mappatura che occorre impiegare per realizzare tutti i vari gruppi. Il nome del campione preferibilmente dovrebbe essere costituito da una serie di parametri divisi tra loro dal trattino underscore. Vediamo un esempio:

C3_51_80_sus_rr1.waw

Il nome utilizzato è molto indicativo. L’utilizzo dei trattini consente alla funzione di mappatura automatica di riconoscere la divisione tra campi per cui nel nostro caso abbiamo 5 campi:

  • il primo (C3) indica la nota sulla quale verrà mappato il campione
  • il secondo (51) e il terzo (80) rappresentano un intervallo di velocity (min – max) che si usa quando la mappatura presenta più layer
  • il quarto (sus) indica il tipo di articolazione che rappresenta il campione (in questo caso il sustain)
  • il quinto (rr1) indica che il campione fa parte di un sistema che presenta dei round robin (si veda ad esempio il sesto articolo)

Detto questo, consideriamo un semplicissimo esempio di auto mappatura. Supponiamo di avere un gruppo sustain al cui interno dobbiamo mappare i seguenti campioni.

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Supponendo di avere due round robin avremo uno strumento al cui interno sono presenti due gruppi nominato sustain rr1 e sustain rr2.

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Lezioni di Cubase – 60 (routing audio 4)

La traccia cartella

Può tornare comodo realizzare delle tracce cartella dove collocare determinate selezioni di tracce. Scegliamo Project/Add Track/Folder. Nel progetto viene aggiunta una traccia cartella. Presenta un Inspector piuttosto vuoto con pochi pulsanti di operatività e con un riquadro che mostrerà le tracce in essa contenute.

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La traccia è un puro e semplice contenitore che risulta molto comodo quando nel progetto sono presenti molte tracce o quando si vuole classificarle e gestirle in maniera particolare. Facciamo subito un esempio. Pensiamo di collocare tutte le tracce di suoni di percussione all’interno della cartella. Intanto possiamo rinominarla chiamandola ad esempio Percussioni.

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Selezioniamo ora tutte le tracce di batteria e di percussioni.

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Lezioni di Cubase – 59 (routing audio 3)

La sezione Notepad mostra un’area subito sopra i fader dedicata agli appunti da inserire relativamente alla traccia e al suo canale nel mixer.

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Cliccando su una zona dell’area Notepad si apre un riquadro dove è possibile scrivere.

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Una volta completato l’inserimento del testo ecco come compare nella sezione notepad.

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Kontakt: gli script (parte 17)

Disegnare una manopola da utilizzare in Kontakt (seconda parte)

Nel precedente articolo abbiamo disegnato una manopola che abbiamo poi esportato. In questo articolo vedremo come utilizzarla all’interno di Kontakt. Per prima cosa apriamo Kontakt e creiamo un nuovo strumento.

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Salviamo fin da subito il file su una nuova cartella. Quando creiamo un nuovo strumento che conterrà immagini personalizzate ed altri file occorre creare una cartella di risorse. A tal fine entrate nella modalità edit dello strumento e cliccate su Instrument Options.

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Kontakt: gli script (parte 16)

Disegnare una manopola da utilizzare in Kontakt (prima parte)

Oltre ad utilizzare i controlli classici forniti da Native Instrument possiamo personalizzare le varie slider, fader, etichette, manopole. Normalmente si utilizza un software di grafica specializzato come Photoshop ma esiste un software freeware per poter disegnare una manopola chiamato JKobMan scaricabile al seguente link.

Una volta acquisito e aperto si possono creare manopole molto complesse aggiungendo dei layer ed intervenendo sui numerosi parametri di controllo. Nell’immagine seguente possiamo vedere un esempio.

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Cominciamo con il creare un nuovo progetto per creare una manopola; appare nel seguente aspetto.

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